17 settembre 2020  |  Graziano Giacani

Mega e micro: la marca oggi

Per essere una marca e non soltanto un’impresa dobbiamo allontanarci dalla corsa al prezzo più basso per vendere più prodotti possibili e dobbiamo, oltre a vendere beni o servizi, riuscire a trasmettere al pubblico i valori intangibili del nostro modo di fareNon importa quanto sia grande o piccola la tua realtà ma come riesci a far sentire le persone quando entrano in contatto con essa. 

Ecco che un artigiano, salvaguardando il saper fare, l’ambiente che lo circonda e la cultura che lo genera, riesce a caricare di valore il suo prodotto trasformandolo in un oggetto unico e irripetibile.

Secondo il The Guardian, è proprio in Italia che c’è l’habitat ideale per poter sviluppare questo modo di fare che sta capovolgendo il concetto di marca. Sono i Global microbrand, artigiani che, oltre al loro mestiere, sono anche in grado di raccontarlo, farlo amare e vendere in tutto il mondo attraverso i megabrand del digitale.   

Queste realtà artigiane stanno dimostrando una forte capacità di adattamento ai nuovi scenari globalizzati coniugando sapientemente tradizione e innovazione, determinazione e visione attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali come i marketplace per la forza vendita e i social per la comunicazione e il coinvolgimento per far innamorare il pubblico di tutto il mondo della propria offerta. 

Ne parliamo più approfonditamente nella quarta parte di Inversione di Marca edito da Hoepli, dove affronteremo il tema di cosa significhi essere una marca oggi con un approfondimento esclusivo di Paolo Iabichino e dove andremo a indagare sulle opportunità che offrono le nuove piattaforme digitali e come i piccoli artigiani possono diventare Global microbrand. Lo faremo grazie anche al contributo di Giovanni Cappellotto che ci guiderà nel mondo dei marketplace e con la testimonianza sul campo di due artigiane tenaci e lungimiranti come Olivia Monteforte e Valentina Bellomo.

Buona lettura!