31 marzo 2016 | Graziano Giacani
A chi importa se la collina vicino casa, dove oggi rimane solo un gruzzolo di macerie circondato dalle sterpaglie, per 12.000 anni è stata un centro importante della nostra cultura? A chi importa se su quella collina sorgeva un’antichissima torre che dominava 3 imperi?
A pochi! Talmente pochi che potrei elencarne i nomi. Sono gli appassionati di Storia, oppure chi ha un legame sentimentale con quel luogo perché l’ha vissuto in prima persona o attraverso i racconti ascoltati dai nonni.
Secondo me, invece, dovrebbe interessare a tutti gli abitanti della zona, perché quel luogo è di diritto una parte fondamentale dell’identità del territorio.
In questo periodo storico, in cui le distanze sono quasi azzerate e l’offerta culturale è quasi appiattita, avere una caratterizzazione non esportabile – come un forte identità territoriale – è fondamentale per portare valore a tutti: dai cittadini e alle imprese (non solo quelle del settore turistico).
L’occasione per riscoprire questa storia e per rispolverare un programma di “Realtà Aumentata” Augmented Reality (che da troppo tempo sonnecchiava nella mia cartella applicazioni) è stata un bel convegno nella Pinacoteca di Jesi sull’evoluzione delle mura di Jesi nei secoli.
Storia e Tecnologia dunque, mischiati insieme… mi sono chiesto: “Riuscirò a far appassionare di storia i Nerd? Riuscirò a far diventare tecnologici i professori di Storia? Ma soprattutto… Storia e Tecnologia saranno sufficienti per valorizzare quel luogo ormai dimenticato?”
La risposta non si è fatta attendere: l’ho trovata nell’espressione perplessa dei miei amici, quando hanno puntato la fotocamera dello smartphone sul Tag che avevo stampato su un foglio di carta e hanno visualizzato l’antica torre che svettava maestosa tra i mobili della mia cucina grazie alla “Realtà Aumentata”. L’orrenda espressione facciale era seguita dalla domanda (o meglio: mazzata finale): “A che serve? L’avevo già vista su Google.”
Ho capito che Informazioni Storiche e Tecnologie Innovative hanno bisogno di “EMPATIA” per catturare l’attenzione di chi non ama questi due mondi.
Spazio all’emozione, dunque! Spazio allo storytelling! Basta usare la tecnologia fina a se stesa, basta continuare a ripetere dati storici: usiamoli per raccontare storie ed emozioni, per farci immaginare e innamorare, ancora una volta, della nostra unicità.
Il mio intervento/esperimento è un racconto multimediale-interattivo che nasce dall’incontro tra la “realtà aumentata” e la “realtà dei fatti”: potete riviverlo in questo video, buona visione.
Articolo di repertorio pubblicato dal precedente blog granodesign.it